Azienda Sociale Centro Lario e Valli: Intervista alla direttrice Anna Ronchi

A partire dal 2006 l’Azienda Sociale Centro Lario e Valli si occupa di erogare servizi di assistenza sociale, in sinergia con i 29 comuni attualmente appartenenti al Distretto di Menaggio. Con l’aiuto di altre istituzioni, cooperative sociali locali e professionisti del settore, l’Azienda Sociale offre il sostegno e la tutela necessari a quelle persone che stanno attraversando una situazione di bisogno.

Opera attivamente sul nostro territorio da circa 12 anni con servizi a tutela di minori, anziani e famiglie in difficoltà, occupandosi al contempo di politiche giovanili. Inoltre garantisce un supporto quotidiano rivolto ai disabili attraverso il Centro Diurno Disabili di Porlezza, considerato dalle famiglie dei suoi 30 utenti un vero e proprio punto di riferimento.

L’Azienda Sociale da alcuni mesi ha una nuova direttrice, la Dottoressa Anna Ronchi, subentrata all’ex direttore Cristiano Canova lo scorso ottobre.

La Dottoressa Ronchi è laureata in Economia, con specializzazione in Management delle Amministrazioni Pubbliche, conseguita con una tesi sui servizi socio-sanitari. Successivamente ha lavorato in un’altra azienda sociale del settore, nel territorio di Merate (LC), operando con particolare attenzione alla gestione dei rapporti con gli enti territoriali aderenti e in ambito di gestione e ottimizzazione delle risorse.

La redazione della Voce è andata a conoscere un po’ meglio la nuova direttrice, le sue idee e i progetti in cantiere per il futuro dell’Azienda Sociale Centro Lario e Valli.

Dottoressa Ronchi quali sono le sue aspettative da questo nuovo incarico?

«Sicuramente l’incarico è molto stimolante e sfidante, perché essendomi sempre occupata principalmente di amministrazione e di gestione, ora in parte mi dedico anche al contenuto tecnico dei servizi sociali. Ho l’aspettativa di migliorare tutto ciò che ho fatto in passato, soprattutto dal punto di vista della gestione e della riorganizzazione del servizio in senso stretto. Ciò sarà realizzabile solo partendo dall’importanza del lavoro di condivisione con il personale, in quanto l’Azienda Sociale è formata da un ampio staff di dipendenti che si occupa di diversi servizi e collabora anche con strutture del territorio e del terzo settore. Confido nella massima collaborazione da parte dei sindaci e dei comuni per riuscire a consolidare sempre di più il rapporto di fiducia nei confronti dell’Azienda Sociale, essendo questa stata costituita appositamente come loro Ente Strumentale. Infine da questo incarico mi aspetto di apportare ulteriori miglioramenti ai servizi: in collaborazione con il personale per quanto riguarda i servizi internalizzati e con il terzo settore in riferimento a tutti gli altri servizi erogati sul territorio».

Quali sono le criticità che si possono verificare nell’interfacciarsi con una realtà distrettuale di ben 29 comuni?

«Il numero dei comuni in sé rappresenta una sfida. Le aziende come la nostra nascono per gestire in forma associata i servizi per un numero di comuni che può variare a seconda del territorio. In questo caso i Comuni sono tanti perché si tratta di un territorio molto frammentato dal punto di vista demografico. Collaborare con tanti comuni significa che ci sono tanti momenti di confronto fra tante “teste” e qualche momento di scontro che però deve avvenire sempre in un contesto costruttivo. In questo frangente la nostra azienda deve avere un ruolo di regia oltre che di raccordo fra i vari sindaci e comuni. Spero che in questi mesi di collaborazione si riescano ad individuare sempre di più dei momenti consultivi e deliberativi, perché la partecipazione dei comuni all’azienda è fondamentale e allo stesso modo l’azienda cerca di venire incontro a tutte le necessità dei comuni. La collaborazione, l’ascolto e il confronto sono fondamentali per raggiungere le soluzioni necessarie ed io sono una persona che predilige questi valori».

Quali sono le principali tematiche sociali dove ritiene sia opportuno intervenire in futuro?

«Ci sono delle aree su cui ritengo vada riposta una particolare attenzione: innanzitutto per quanto riguarda l’ambito dei minori, dove non esiste semplicemente il servizio di tutela dei minori, ma è necessario anche un intervento preventivo all’inserimento in strutture comunitarie e all’affidamento in tutela con il coinvolgimento del tribunale. Ritengo sia opportuno potenziare un servizio affidi e adozioni e quindi lavorare sulle famiglie affinché prevengano la fase critica del collocamento del minore in situazione di tutela e pregiudizio.
Un altro aspetto importante su questo territorio riguarda gli inserimenti lavorativi: il tema del lavoro, delle fragilità delle famiglie e dei singoli, dovuti agli effetti causati dalla attuale crisi economica. Di conseguenza penso si debba intervenire per aiutare tutti coloro che trovano difficoltà nel trovare un collocamento lavorativo, che è un problema che non riguarda solo i giovani che cercano la prima occupazione, ma anche persone ultracinquantenni in situazioni di disagio che magari hanno anche una famiglia da dover sostenere. La nostra intenzione è comunque anche quella di migliorare i servizi preservando l’area disabili e anziani per quanto riguarda le situazioni di cronicità che hanno una grande importanza. Inoltre in ambito di prevenzione offriremo altri servizi dedicati ai giovani e ai meno giovani, per favorire la diffusione di comportamenti che permettano di evitare situazioni di pregiudizio, disagi, casi di bullismo e dipendenze in generale».

L’Azienda Sociale si occupa attivamente di politiche giovanili, come ad esempio con le iniziative di Spazio Giovani a Porlezza e a Tremezzo. Quali sono i servizi che secondo Lei andrebbero potenziati in questo ambito?

«Come accennavo prima, le politiche giovanili sono un’area dal contenuto preventivo, nel senso che si riferiscono a tutti quei servizi che hanno lo scopo di evitare situazioni pregiudizievoli dal punto di vista sociale. Ritengo che sia necessario implementare quei servizi che mirano a dare sostegno agli adolescenti nel periodo scolastico e a contrastare l’origine di determinate patologie, come ad esempio le dipendenze. Per raggiungere questi obiettivi è importante che ci sia una sensibilizzazione da parte della comunità nei confronti dei giovani, che sicuramente hanno bisogno di avere dei contesti sul territorio dove poter socializzare, incontrarsi, e potersi mettere in gioco per valorizzare le proprie potenzialità. Perché spesso le potenzialità ci sono, ma non sempre le possibilità e per questo ritengo ci sia bisogno di potenziare tutte quelle attività dedicate alla valorizzazione dei giovani, proseguendo con le finalità di cui si occupa già lo Spazio Giovani».

Redazione

Scrivi una mail a redazione@lavocedelceresio.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *