Bruno Biffi al Museo di Scaria
La stagione estiva al Museo d’Arte Sacra di Scaria vede aprirsi un’interessante mostra (22 luglio –26 agosto 2018) dell’incisore lecchese Bruno Biffi (Lecco, 21 dicembre 1952) dedicata ai “quattro elementi” e curata dalla storica dell’arte Tiziana Rota.
L’artista Bruno Biffi propone un percorso tematico a lui caro, che, come di consueto, affronta con la particolarissima tecnica dell’ossidazione, da lui messa a punto utilizzando lastre (anche di grande formato) di ferro, alluminio e zinco. Su questi supporti stende il liquido ossidante con un pennello, provocando e guidando il processo di ossidazione, sull’onda dell’emozione e dell’idea. In pochi giorni la “pozione” fa il suo corso e l’ossidazione fiorisce sulla lastra. Poi,con gesti rapidi e immediati, ma sapientemente calibrati, ottiene una scala di grigi abbassando il nero con il brunitoio o raschiando “l’infiorescenza” dove occorre. Subito procede con una serie di prove, alternando interventi sulla lastra e nella stampa, in successione rapida e con una tiratura molto limitata, prima che la traccia scompaia e resti sulla lastra solo una pallida ombra. La grande esperienza tecnica coniugata alla sua professionalità di stampatore gli permette, senza intermediari e in tempi rapidi, di dominare un processo inedito tecnico e creativo di “scrittura”.
Il Museo di Scaria, polo di richiamo culturale aperto ai nuovi linguaggi dell’arte, omaggia il percorso tecnico e creativo di Bruno Biffi con una mostra – SACRALIZZAZIONI: OSSIDAZIONI DI TERRA, ARIA, ACQUA E FUOCO– che mette in dialogo le opere esposte con il paesaggio circostante. I prati, le montagne, i corsi d’acqua della Valle Intelvi sono lo scenario ideale per una riflessione sui quattro elementi naturali da cui trae origine ogni sostanza che compone la materia.
Quindi, la TERRA che per Biffi, nato e cresciuto sul ramo “manzoniano” del Lago di Como, non può che essere la roccia delle montagne, la materia calcarea prodotta da lunga stratificazione geologica e ridisegnata dall’aria e dall’acqua. È pietra evocata da pennellate verticali, da linee incise, dalla materia sfrangiata e scabra che nelle ossidazioni di Biffi assume morbidezza quasi vellutata.
Poi l’ARIA che per Biffi è innanzitutto il cielo sopra le montagne, punto di partenza di quel suo processo di sperimentazione dell’ossidazione, che lo ha portato gradualmente verso l’astrazione di questo elemento, interpretato come un soffio che circonda il mondo intero.
Ancora l’ACQUA, l’acqua di lago già scesa dalle montagne con l’andamento impetuoso dei torrenti, che, raccolta nel bacino lacustre, inizia il suo scorrere lento verso il fiume nella pianura.
L’andamento leggermente obliquo del segno di Biffi, steso con pennellate parallele, racconta questo andare appena percepibile quasi vicino all’immobilità.
Infine il FUOCO vivente che domina l’ordine universale ed è segno del divenire. Un segno molto difficile da afferrare rispetto al calmo scorrere dell’acqua. Segno ascensionale di grande movimento si espande e divora, ma è luce e calore. È l’ultimo segno che Biffi ha cominciato ad esplorare con le sue ossidazioni e, come sempre, è giunto all’astrazione per via di immagini consuete o domestiche. Non c’è rosso, non c’è giallo, ma c’è luce e calore e il suo movimento ci rapisce.
22 luglio – 26 agosto 2018
Inaugurazione 21 luglio 2018, ore 17.30
Museo d’Arte Sacra di Scaria
Piazza Carloni, Alta Valle Intelvi, frazione Scaria