Il fantasma della sposa nera di Schignano
Secondo una leggenda milanese spesso nelle foto degli sposi che escono dal duomo di Milano compare l’immagine spettrale di un fantasma nero, dai grandi occhi bianchi; pare sia il fantasma di Carlina, la sposa nera di Schignano…
Schignano paese di tradizioni uniche (basti pensare al Carnevale o alla Vegéta), luogo di streghe (c’è anche qui il pian di Strii e si narra di streghe vissute qui in passato, nonché luogo di nascita di uno dei più terribili inquisitori medievali) e valle di antichi riti. Ma anche paese di persone leggendarie: stavolta bisogna andare fino a Milano per scovarle. Protagonista della leggenda è il “fantasma della sposa nera di Schignano”, una storia che si tramanda oralmente da secoli, ma di cui non vi è traccia alcuna né in valle Intelvi, né negli scritti delle locali biblioteche e che ben pochi schignanesi conoscono: paradossalmente, forse la storia è nota più a Milano, ove si svolge la vicenda. Si narra che durante gli scatti fotografici dei servizi matrimoniali realizzati nei pressi del Duomo di Milano, ancora oggi, compaia, sullo sfondo, un alone, una sorta di figura eterea, dai tratti femminili, interamente vestita di nero, con gli occhi bianchi spettrali, che si dice sia la “Carlina” il fantasma della sposa di Schignano.
Il riscontro storico
Vero è che un tempo le spose si vestissero di nero nei paesi lariani (ma chissà perché proprio di Schignano debba essere la sposa?) Il motivo dell’abito nero si lega al lutto, ma in un passato più remoto, nel Medioevo, il colore nero, preferito al bianco, era lo stratagemma per evitare che gli uomini del feudatario capissero che la ragazza era una novella sposa, per riuscire così a sottrarsi alla lugubre usanza dello “jus primae noctis”, il presunto diritto del feudatario o del signore per cui le neo-spose dovessero passare la prima notte di nozze col signorotto o i suoi compari.
La leggenda
Nell’ottobre di un anno imprecisato, narra la leggenda, due ragazzi di Schignano, Carlina e Renzo, dopo essersi sposati, si recarono al Duomo di Milano in viaggio di nozze. Fin qui tutto è realistico: per i più fortunati, ai tempi, il famoso duomo milanese era davvero meta ambita per il viaggio di nozze, specie per chi proveniva da un paesino in mezzo ai monti lariani come Schignano. Destino volle che il giorno della visita nel capoluogo milanese dei due sposini schignanesi ci fosse una fittissima nebbia, evento assai frequente a Milano. Ma i due non si diedero per vinti: erano là, non potevano perdere l’occasione per salire fino in cima al duomo, e vedere da vicino le guglie e la Madonnina. E così salirono, fino in cima, nonostante la fitta coltre grigia. Quello spettacolo provocò in Carlina delle forti emozioni, facendo riemergere nel suo cuore una colpa, un peccato commesso qualche tempo prima, quando si era abbandonata ai piaceri della carne con uno straniero dai capelli biondi, di cui era rimasta incinta. Carlina si sentiva tremendamente in colpa per aver tenuto all’oscuro suo marito di questo grande segreto: il neo-sposo, infatti, continuava a pensare che quel figlio in arrivo fosse suo. La ragazza, in preda ad un momento di debolezza, cominciò a correre verso la Madonnina, quasi a chiederle perdono. Gesto voluto o dettato dalla disperazione? O fu la fitta nebbia a disorientarla? Non si può dire: Carlina cadde dalla cima del Duomo di Milano ed il marito non poté far altro che vederne il corpo, ancora di nero vestito, cadere giù fra le guglie e dileguarsi nella nebbia. Renzino, sceso di corsa a cercarla, non ne trovò mai né il corpo, né i resti. Per questo si dice che il fantasma di Carlina sia ancora lì, a vagare tra le guglie del duomo, a monito e ricordo di quell’inganno e della sua tragica storia, e che la sua immagine spettrale compaia, talvolta, nelle foto dei matrimoni scattate davanti al Duomo di Milano. Paradossalmente, c’è anche chi addirittura interpreta l’apparizione nelle foto di Carlina come un buon auspicio, come se fosse lì ad augurare ai neo-sposi una felice vita di coppia, quella che a lei fu negata dall’infausto destino.