Invasione degli Asini di Dizzasco: edizione 2018
Introduzione: gli Asini di Dizzasco
Narra un’antica leggenda intelvese che Dizzasco sia il paese degli asini. Lo è da tempo immemorabile, dato il soprannome dei suoi abitanti; lo è nella realtà, da undici anni, per le numerose installazioni artistiche, – pitture, sculture, dipinti, statue, – aventi come protagonista l’asino. E ciò accade da quando l’Associazione Amici di Dizzasco e Muronico ha ideato l’Invasione degli Asini, una festa unica nel suo genere, che si tiene a luglio – quest’anno in programma domenica 29 – il cui protagonista indiscusso è proprio l’asino, il simbolo del paese: grazie alla partecipazione di numerosi artisti ed alla stretta collaborazione con l’accademia di Brera e con artisti del calibro di Nicola Salvatore e Aldo Spoldi, anno dopo anno, il paese si è arricchito e si arricchirà di nuove opere, alcune ad installazione perenne -altre mobili, ed esposte in concomitanza con l’evento-, naturalmente …tutte a tema asinino.
La leggenda
Per quasi tutti i paesi e le località – specie nell’area alpina/prealpina, ma non solo – nei secoli sono stati coniati simpatici, – spesso irriverenti – soprannomi per i gli abitanti del luogo, taluni scherzosi, talaltri legati ad antiche usanze, tradizioni o leggende; Dizzasco non fa eccezione, perché, da secoli, i suoi abitanti sono soprannominati “i àsan”, gli Asini.
Lo si deve ad un’antica leggenda popolare per un episodio capitato in un imprecisato anno di un secolo lontano, quando per il rispetto dovuto ai frutti della terra e della natura, non si buttava via niente. Anche a Dizzasco questa era una regola fondamentale di vita, e questo, non lo dice solo la leggenda, ma lo insegna la storia, lo narrano i vecchi, nei secoli scorsi, davvero quando le condizioni economiche medie delle famiglie del lago e delle nostre montagne, non permettevano certo alcuno spreco, si faceva di tutto per “non buttare via nulla”, per “godere tutto” (dal dialetto, per “sfruttare tutto – terra, cibo, animali). Erano anni in cui un frammento di terra coltivabile o un animale erano una ricchezza inestimabile e una sicurezza per il sostentamento delle famiglie.
Ma, proprio per questo, – secondo la leggenda –a Dizzasco, forse per necessità o forse per spilorceria, – si giunse all’estremo: per nutrire l’asino del paese, senza lasciare andare perduto neanche un ciuffo d’erba, si valutò utile issarlo sul campanile ove, (malauguratamente) erano cresciuti dei bellissimi ciuffi verdi, una delizia per l’animale! E, siccome nulla doveva andare sprecato, si valutò e si cercò di capire quale potesse essere la soluzione migliore per poter dar da mangiare quella bella erbetta fresca all’asino affamato. Si ignora chi abbia avuto la brillante trovata, ma si dice che, tutti d’accordo, i dizzaschesi abbiano valutato utile issare la povera bestia, sollevandola con un’imbragatura di corde fin lassù, in cima al campanile, ove si trovava il prelibato nutrimento, pronto per essere consumato dal povero asino.
Pur buona che fosse l’intenzione, – ma resta pur sempre aperta l’ipotesi che l’idea balzana fosse stata spinta all’estremo da quel “pizzico di cupidigia” dei locali,- di certo la questione fu gestita in modo avventato e affrontata con un’imperizia tale da sottovalutarne le possibili conseguenze. Infatti, quando l’asino fu issato ad una quota tale da permettergli di brucare l’erba cresciuta in cima al campanile, l’animale cominciò a ragliare, dapprima pian piano “Avrà paura?” “Sarà emozionato, lassù in alto?” – pensavano i numerosi accorsi ad assistere all’inconsueto evento, – poi sempre più forte, quasi strillando.
Pare che la maggioranza fosse concorde nel leggere nei ragli d’asino la felicità del povero animale per l’inconsueta prelibatezza che gli si stava offrendo. E lo lasciarono lì… stupiti dal fatto che lo sfortunato animale, non solo non apprezzasse l’erbetta fresca offerta sulla cima del campanile, ma addirittura la snobbasse: disinteresse totale.… L’asino, non mangiava, non si muoveva, e, ben presto, smise di ragliare. Per sempre.
Grazie all’imbragatura di corde, – e probabilmente ad un avventato issaggio – il malcapitato asino era morto soffocato.
Da allora, gli abitanti di Dizzasco sono – a ragione – soprannominati “i àsan”, in memoria di un progetto che, se fosse capitato oggigiorno, sarebbe certo balzato agli onori della cronaca oggetto di feroci critiche da parte dei più focosi animalisti, che avrebbero – giustamente- tacciato un intero paese di efferato “animalicidio”.
Dalla leggenda alla festa Invasione degli asini
Dalla leggenda alla realtà: fu un’idea geniale quella del gruppo dell’Associazione Amici Dizzasco e Muronico – col patrocino del comune -, che undici anni fa trasformò la leggenda in un evento di arte, folklore e cultura che restasse a memoria imperitura, inventando, appunto l’annuale “Invasione degli Asini”, regalando al paese, per un giorno all’anno, una grande festa tutta incentrata sugli asini. E da allora, la kermesse lascia in eredità in paese, parecchi e stupendi segni artistici: pitture, statue, installazioni e dipinti, aventi l’asino come protagonista, stanno, poco alla volta trasformando il paese in un museo a cielo aperto.
Le opere
Splendide le opere che si possono ammirare, e che d’incanto compaiono in un angolo, su una parete, in una piazza
Il programma dell’edizione 2018 dell’ “Invasione degli Asini”, la numero 11 – un evento culturale, storico, turistico, artistico e folklorico che si tiene nel centro storico di Dizzasco – propone una grande varietà di eventi: laboratori interattivi, mostre, visite guidate e tutto ciò che ruota attorno all’asino ed alle sue rappresentazioni, all’arte, agli antichi mestieri. Saranno presenti anche artisti di strada che porteranno spettacoli, giochi, teatro e musica, verranno allestiti mercatini hobbistici e laboratori creativi per bambini di ogni età, a partire dalle ore 10.
Il ricco programma prevede l’apertura delle esposizioni artistiche delle opere della collezione dell’invasione degli asini, dei mercatini e delle rappresentazioni di arti e mestieri che proseguiranno per tutto l’arco della giornata. Sarà possibile effettuare una visita guidata alla scoperta delle opere permanenti e saranno organizzati i laboratori per bambini con il gruppo Fata Morgana (uno dai 4 agli 8 anni, l’altro dai 9 ai 12).
Inoltre, sarà presente l’intagliatore Luca Passini, con esposizione delle tradizionali maschere lignee del carnevale di Schignano e l’intaglio dal vivo delle stesse ed il liutaio Alessio Linzaghi. Anche l’arte del tombolo verrà presentata nella sua maestria da abili e rare ricamatrici; per tutto l’arco della giornata, inoltre, sono in programma musica live e lo spettacolo itinerante “Asino chi legge”.
La fucina del fabbro Renzo Traversa sarà aperta al pubblico dalle 10:30 alle 12 e dalle 14 alle 17.
Inoltre, tavoli tematici e vasta scelta di prodotti a km 0; esposizione di pezzi di artigianato al locale, con mercatino con artisti ed hobbisti. Aperi-Asino al Bar Erika dalle 11 e pranzo convenzionato nei due ristoranti vicini (Da Oreste 031/821197 e Hotel La Torre 031/830345) dalle 12:30; imperdibile, l’esposizione delle immagini del Circolo fotografico Controluce.
Ulteriori informazioni all’indirizzo amici.dizzasco.muronico@gmail.com