Storia e microstorie: Linea Cadorna Valle Intelvi
Siamo sempre stati abituati a studiare la grande storia, quella a livello globale e nazionale, tuttavia non si studia quasi mai la storia del proprio paese e territorio.
La grande storia è fatta di centinaia di microstorie, e cosi anche la nostra valle del Ceresio ha una microstoria, con moltissimi episodi da raccontare e scoprire.
Prima guerra mondiale: lontana da noi, combattuta sulle linee del Monte grappa e del Piave. Eppure anche nelle nostre valli c’è un piccolo pezzo di grande guerra. Cadorna, capo del nostro esercito, fece costruire una linea di trincee difensive, lungo tutto il confine nord. Le fortificazioni presero il nome di “Linea Cadorna” seconda per grandezza alla sola linea Maginot in Francia.
Linea Cadorna Valle Intelvi
Parte della linea Cadorna passava proprio dalla Valle Intelvi. Voi ora vi chiederete che senso aveva costruire una linea difensiva ai confini di un paese neutrale? Per paura! L’Italia aveva il timore che la Germania o l’Austria pagassero il passaggio alla Svizzera, cogliendo di sorpresa le nostre truppe. Questo non accade, però Cadorna all’epoca pensò fosse “Meglio prevenire piuttosto che curare”. Oltretutto la zona del Lario-Ceresio era una porta d’accesso alla pianura padana, il nucleo produttivo centrale d’Italia.
Per difendere la linea erano a disposizione 9 divisioni (7 di fanteria e 2 di cavalleria) con 50 piccole batteria in appoggio. Tuttavia si era deciso che le truppe sarebbero state impiegate solo in caso di effettivo attacco nemico; come controllo di linea vennero messe 12 milizie locali che avrebbero dovuto reggere l’urto iniziale di un attacco.
Il piano, ricordiamo solo ipotetico, per la zona del Ceresio Lario era ben preciso. In caso di attacco preventivo, gli italiani avrebbero bombardato il ponte di Melide per tagliare ogni collegamento con Como, dopodiché si sarebbe occupato il Monte Generoso, ritenuto un punto strategico. Mentre dal fronte porlezzino ci avrebbe pensato la natura, con il suo terreno impervio, a disperdere i nemici.
Per fortuna tutti questi piani, tattiche, infrastrutture non furono mai utilizzate perché non si verificò mai alcun attacco. Ancora oggi restano tracce della Linea Difensiva che vale la pena visitare, soprattutto se siete amanti dei boschi e dei sentieri di montagna.
Anche nella seconda grande guerra le nostre valli furono protagoniste…ma questa è un’altra microstoria!