Dalle Scatole della Gioia alle coperte di don Roberto Malgesini

Quanto meraviglioso volontariato attorno a noi!

Dalle “Scatole della Gioia” alle coperte di lana in ricordo di don Roberto Malgesini: malgrado la pandemia, non si fermano le attività del gruppo recital Schignano e di tanti volontari e tante associazioni amiche.

C’è una grande folla silenziosa di persone di buona volontà, come venivano definite un tempo, che ancora oggi, soprattutto in questi tempi difficili, dona qualcosa di sé: tempo, spazio, oggetti a titolo gratuito, in modo profondamente disinteressato: è la carica del volontariato che muove tante persone, che convoglia le energie positive, la carità cristiana e la generosità e le concretizza in piccoli gesti generosi. La forza del volontariato si muove, spesso in silenzio, sottovoce, fra le nostre case, nei vicoli dei piccoli paesi, resi ancor più silenziosi e vuoti dai continui lockdown che caratterizzano questi mesi duri.

Ma lo spirito, l’entusiasmo di chi si presta gratuitamente, e sotto varie forme per aiutare il prossimo senza secondi fini non si ferma e riesce ad ottenere grandi successi pur con tutte le limitazioni attuali.

Le scatole della gioia

Partiamo dalla fine: poco prima di Natale è stata lanciata anche sul Lario (nei paesini e nelle valli della sponda occidentale) la raccolta delle scatole dono per i bisognosi. Dopo quasi tre mesi, e le 1373 scatole generosamente donate, sono state tutte consegnate, a numerose onlus locali, e fino in Liguria, alle case-famiglia dell’Unitalsi.

Le hanno ribattezzate “scatole della Gioia”, i volontari del Gruppo recital Schignano, sodalizio operativo nel mondo del volontariato da oltre vent’anni sulla sponda occidentale del Lago, che ha trainato l’iniziativa. L’idea, tanto semplice quando efficace, era nata in Alsazia e si è diffusa anche a Milano e Como e in tante città lombarde: la raccolta era mirata a Natale.

Spiega Stefania Pedrazzani, responsabile del gruppo recital Schignano, che ha coordinato l’iniziativa: “Idea semplice quanto efficace: mettere in una scatola di scarpe una cosa dolce, una cosa calda, un passatempo e un prodotto di bellezza accompagnati da un bigliettino, impacchettarla per donarla a Natale ai più bisognosi.” Spiega. “Dopo aver contattato i numerosi referenti e contato le forze, abbiamo fatto partire un passaparola nelle nostre zone, qui nell’area della sponda occidentale del lago di Como e in pochissimi giorni, a metà dicembre, ci sono giunte adesioni, aiuti e collaborazioni da privati, associazioni ed enti in oltre trenta paesi lungo le sponde di Lario e Ceresio e nelle Valli vicine. In questi tempi difficili con tutti i vincoli dettati dai DPCM, logisticamente distribuiti su un vasto territorio parcellizzato, ma ricco di persone dal cuore grande, abbiamo valutato che avremmo potuto spostare il termine della raccolta entro la fine di dicembre, con l’obiettivo di poter consegnare in tempo per la Befana.” Tamtam e passaparola sono stati clamorosamente virali: il vero valore del dono non stava tanto nel contenuto, quanto nel dono gratuito e nel sorriso che quei doni hanno fatto scaturire.”

Prosegue il racconto dei volontari del Gruppo Recital: “Nati come gruppo oratorio, da oltre vent’anni operiamo “in piccolo” nel mondo promuovendo iniziative solidali e raccogliendo fondi mediante il teatro; in questi mesi di stop forzato, abbiamo cercato e trovato vari modi per reinventarci e per continuare ad aiutare chi avesse bisogno. Grazie una rete di volontari consolidata negli anni, e tanti nuovi amici, abbiamo identificato i punti comodi e strategici ove raccogliere le scatole: era ben diverso identificare pochi punti, come avvenuto in città; ma abbiamo dovuto cercare di distribuirci capillarmente, su un territorio difficile, da Argegno a Gravedona, Tremezzina, Porlezzese, Valsolda, Valle Intelvi e Valli altolariane. Destinatari delle scatole della Gioia, i bisognosi, comunità, associazioni, case-famiglia, Onlus. La sorpresa è giunta quando abbiamo contato i doni: grazie alla collaborazione di tanti, abbiamo ricevuto quasi 1400 scatole! Confezioni multicolori, impreziosite da bigliettini bellissimi, spesso realizzati da bambini per altri bimbi. Siamo stati travolti da una grande ondata di generosità, in tempi difficili, sostenuti da scuole, associazioni, parrocchie, privati, enti, negozianti, CRI San Fedele e Croce Azzurra Porlezza”.

Tanti sostenitori, tanti “grazie”

Sono tanti i “grazie” per la collaborazione per chi ha offerto tempo e spazi: Carla Ceresa e al gruppo anziani di Schignano, al gruppo alpini per i collegamenti, a Luisella Rizza e Annamaria Rizza che a Cerano con la biblioteca e tanti volontari (Elena, Monia) hanno davvero dato un grandissimo supporto, anche grazie al legame con la CRI Intelvese.

In Alta Valle Intelvi prezioso l’appoggio di don Andrea Dellamonica che per primo ha creduto nell’iniziativa, mettendo a disposizione i locali della casa parrocchiale e a Lorenzo Luraghi, presidente della Pro Loco Pelliese, che hanno creato punti di raccolta e distribuzione per la Valle Intelvi.  Ringraziamento da condividere con la presidente della Pro Loco Lanzo, Carla Cereghini ed a Consuelo Nicoli, preziosi punti di riferimento anche nei paesini più lontani, nonché l’entusiasmo e la collaborazione di Donatella Bordoli a Ramponio Verna, che ha fatto anche da trait-d’union con Padre Mario e le parrocchie di Colonno ed Ossuccio. Appoggio da parte di don Giovanni Meroni in Centro Valle Intelvi e Rina Bernasconi a Dizzasco; eccezionale la raccolta ad Argegno, grazie all’accoglienza ed all’appoggio del sindaco, Anna Dotti che ha messo a disposizione la sala civica comunale.

Il grande cuore della Tremezzina ha trovato punti di raccolta da privati (Giusy Zanotta) e presso associazioni-amiche, in particolare con Livia Curti della Cooperativa Azalea Onlus, fino a Griante, dove c’erano due punti di raccolta, sia da Battista Franconi – sia in biblioteca, grazie a Michela Caligari.

Chiara Sampietro ha dato disponibilità a Menaggio, mentre a Plesio, grazie alla collaborazione del parroco, don Daniele Crosta e di Silvana Mazzolini, si è creato uno dei “punti di smistamento” finali nella chiesa di san Rocco. Attivi nel gruppo recital ma anche in tutte le iniziative a corollario, i volontari di Grandola, Carlazzo e Osteno, Cristian Pollato, Patrizia Rosa, Alessandro e Ornella Folcio e Claudio Battaglia.

La scatole della gioiaPunti d’appoggio a Porlezza i negozi di Barbara Bertini e di Loredana Pedemonti, e fondamentale è stata la collaborazione con Cecilia Adamolli referente per l’accoglienza della croce Azzurra locale.

Cristina Locatelli grazie alla “Compagnia del Castello” ha coordinato l’iniziativa in Valsolda, sulle sponde italiane del Ceresio.

Ultima, ma importantissima, la collaborazione con il gruppo di Gravedona, e l’enorme lavoro e la collaborazione instauratasi con Claudia Nonini.

Solo dall’elenco di persone coinvolte, si intuisce la portata dell’evento, accolto come attività di educazione civica nel plesso scolastico di Plesio (grazie alla docente, Carmen Petazzi) e nelle scuole dell’infanzia in Bassa Valle Intelvi grazie alla dirigente e alla maestra Tiziana Stella, membro del gruppo recital.

La conta e la distribuzione

“Al momento della conta e della distribuzione delle scatole della Gioia abbiamo vissuto le emozioni più belle, purtroppo limitate a causa della pandemia”.

Ma con le adeguate precauzioni e i dovuti distanziamenti, ognuno nel proprio paese, poco alla volta anche l’opera di controllo e gestione è stata fatta in modo attento e mirato.

“L’etichetta esterna con indicazione di età e genere del destinatario, ci ha permesso di distribuire i doni in modo mirato: ad esempio le scatole da neonato al CAV (Centro Aiuto alla Vita), quelle da uomo all’Opera don Guanella.”

Rispettando i vari DPCM, le scatole sono state distribuite, in zona, lungo le sponde di Lario e Ceresio, nelle Valli, fino in Valtellina; fra i tanti, a don Roberto Locatelli a Sorico, alle case-famiglia, al Centro di Ascolto Tremezzina, al Cerino, alla Quercia, al Sorriso, alle Caritas, al Banco alimentare Alto Lario, alla Piccola opera di Traona, al gruppo di don Roberto Malgesini, alla Casa del Povero e alle comunità protette… fino in Liguria!

Le scatole della gioia
Genova – Scatole della Gioia

Ultimo atto e consegna, finalmente, a fine marzo, quando Stefania ha portato le 120 scatole a Genova, alle Case di Unitalsi che accolgono le famiglie dei bambini ricoverati all’ospedale Gaslini, provenienti da tutta Italia.

“Un legame solidale creatosi due anni fa come gruppo recital grazie a un collega, Alessandro Penna, volontario Unitalsi e consolidato ora coi doni consegnati alle responsabili del Progetto dei Piccoli, Francesca Faruffini e Simona Di Fabio: nelle scatole, 120 sorrisi.” Conclude Stefania. “La valanga di solidarietà e di collaborazione sono state le formule del successo di questa iniziativa, che ha coinvolto davvero tante persone. Noi ci siamo resi responsabili del coordinamento e delle consegne, grazie ad un’enorme rete solidale formata da centinaia di persone, tante famiglie, amici, conoscenti… che unisce due laghi, Lario e Ceresio, le Vallate e le montagne: tanti, davvero, come tanti sono stati i sorrisi donati e scaturiti dai doni. Ribattezzati “Scatole della gioia”… per donare gioia e 1400 sorrisi. Fare del bene fa bene: questo è il segreto.”

Le coperte di lana in ricordo di Don Roberto Malgesini

Ed ora? I teatri ancora chiusi e la voglia di fare del bene che scorre ancora negli animi: il gruppo recital non si ferma e rilancia sullo stesso territorio la raccolta di quadri di lana, che uniti insieme, permetteranno di realizzare delle coperte, in ricordo di don Roberto Malgesini. Iniziativa partita da TamTam in Valtellina, ripresa anche Como e dintorni.

Il gruppo recital e i numerosissimi volontari in zona, adesso, oltre ai quadrotti, raccolgono anche gomitoli, ferri e coperte. Come ha confermato don Roberto Vaccani, parroco di Sorico, le coperte già fatte, di qualsiasi materiale siano, sono sempre manna dal cielo, per chi ha le stelle come tetto. Di suo, l’iniziativa dei quadrotti ha comunque un duplice effetto: da una parte unisce tante sferruzzatrici, spesso anziane sole, ricoverate in una RSA, dall’altra realizzare manufatti utili da donare a chi ne ha bisogno.

Come per le scatole il Gruppo si muove su Valle Intelvi, Tremezzina, Porlezzese e zona di Menaggio.

L’iniziativa è aperta a chiunque sappia realizzare un quadrotto di lana, 15x15cm. Ogni manufatto, verrà cucito insieme a tanti altri e se ne faranno coperte per i più bisognosi. Quindi da Argegno passando per la Valle Intelvi, (a San Fedele, da Roberta Ceschina), da Porlezza (Croce Azzurra) e Negozio La Nuvola di Barbara Bertini, fino alla Bottega Piano Terra di Menaggio (che ha diretti contatti con le realtà dei senzatetto comaschi) il gruppo riparte con la stessa “formula” delle scatole della Gioia, col cuore pronto a promuovere e sostenere quest’altra iniziativa. Che ha già richiamato adesioni non solo sulle sponde del lago, ma anche dal Piemonte e da Londra! E chi non sa lavorare a maglia? Può donare gomitoli di lana, ferri o uncinetti. Si raccolgono anche le coperte – pulite e sanificate – già pronte, anche non necessariamente realizzate con la lana (meglio se ad una piazza); ogni gomitolo, ogni quadrotto, ogni coperta troverà la giusta destinazione, riscaldando il freddo di tanti cuori e di tante anime.

Ulteriori informazioni e aggiornamenti sui punti di raccolta quadrotti su FB @GruppoRecitalSchignano; email recitalschignano@gmail.com o Stefania al 338/3656873.

Redazione

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